lunedì 30 novembre 2009

venerdì 27 novembre 2009

Che poi uno si immagina chissà quali bagordi ci siano dopo il concerto...

ot Mostra a Roma


Un gioco di ombre a colori. Mani dipinte che si trasformano straordinariamente in elefanti, papere, zebre e poi diventano calciatori, orchestranti o atleti. Il gioco ideato negli anni '80 da Mario Mariotti, grafico, illustratore e artigiano-artista scomparso 11 anni fa, porta tutto il suo stupore nella mostra "Animani", alla Casina di Raffaello dal 3 aprile al 29 giugno 2008. Un'esposizione promossa da Comune di Roma, Zètema Progetto Cultura e Casina di Raffaello, prodotta da Tidò Comunicazione in collaborazione con Archivio Mariotti ed Edizioni Corraini.

E oggi 27 novembre....


canale 5 alle ore 23.30, a Matrix, puntata dedicata a Giorgio Gaber.
Ospiti della puntata: Claudio Bisio, Gioele Dix, Neri Marcorè, Enzo Iacchetti.

giovedì 26 novembre 2009

NOTIZIA D'EMERGENZA : sintonizzatevi con urgenza


Una bella telefonata stamani all'alba (alba, beh erano le 8 ma per noi giù di pressione è come se fosse l'alba) mi ha annunciato che oggi 26 NOVEMBRE GIOVEDI ORE 10.15 SU RADIO TRE IL TERZO ANELLOGian Antonio STella intervista Francesco
Mi sa che questi due racconteranno delle belle storie di emigrazione Ascolta il podcast

mercoledì 25 novembre 2009

Gratis al concerto di Livorno del 4 dicembre 2009

Grazie al Tirreno incontri Guccini


LIVORNO. Resta tempo fino al 30 novembre e i partecipanti al concorso de Il Tirreno per incontrare Guccini e partecipare gratuitamente al suo show il 4 dicembre al PalaLivorno, si avvicinano a quota 40. Un numero che rende difficile la scelta dei 4 fortunati vincitori (ognuno avrà a disposizione 2 biglietti) perché i testi e le musiche del cantautore emiliano hanno davvero ispirato i suoi fan. Sono le poesie a fare la parte del gigante. Toscana terra di poeti dunque, più che di disegnatori? Eppure Guccini - artista estremamente poliedrico che in quaranta anni di carriera ha pubblicato oltre venti album, ma è stato anche scrittore e sporadicamente attore, autore di colonne sonore e di fumetti - sicuramente apprezza tutte le forme artistiche espressive. Qualcosa però di veramente eterogeneo in questo concorso c’è, ed è la partecipazione, trasversale sotto ogni punto di vista. Donne e uomini, adulti e ragazzi, tanti livornesi, com’era immaginabile, ma non mancano scrittori dall’Isola d’Elba, Volterra, Borgo a Mozzano, Castelnuovo Garfagnana, Pisa e Lucca. Perché la poesia davvero non ha confini e se si tratta di incontrare dal vivo un uomo che coi suoi versi, musicati e non, ha saputo toccare i cuori di migliaia e migliaia di persone, allora davvero i km non contano nulla. Così la sfida entra nella sua fase finale e dopo il 30 del mese dovranno essere scelte le espressioni artistiche che più hanno saputo cogliere lo spirito gucciniano. L’ambito premio - per i 4 fortunati poeti, scrittori o disegnatori - sarà proprio quello di poter incontrare Francesco Guccini di persona prima del concerto. E dopo sarà ancora più magico godere dell’esibizione sul palco, dove salirà accompagnato dai musicisti di sempre, per proporre i successi storici e i pezzi dell’ultimo album, nella consueta atmosfera da quattro chiacchiere tra amici caratteristica dei suoi concerti. L’evento è resto ancora più speciale dal lungo periodo di assenza dell’artista dalla città, sono infatti 10 anni che Guccini manca da Livorno e, in questa occasione, torna grazie alla volontà degli organizzatori del Premio Ciampi che da 15 anni portano in città nomi di grande spessore nella storia della musica italiana e non solo. Per chi ancora intende partecipare al concorso, ricordiamo che poesie, racconti brevi e fumetti saranno raccolti fino al 30 novembre all’indirizzo e-mail concerti@iltirreno.it

lunedì 23 novembre 2009

Non ci sono più le osterie di una volta


Andrea SCanzi su La Stampa di oggi:
“Sono ancora aperte come un tempo le osterie di fuori porta, ma la gente che ci andava a bere fuori o dentro è tutta morta”. Così cantava Francesco Guccini nella Canzone delle osterie di fuori porta. Era il 1974 e, come spesso accade ai cantautori (ispirati), sapeva che un giorno gli avrebbero dato del profetico. Tutto è cambiato, rispetto alla Bologna di 35 anni fa. L’osteria stessa ha mutato drasticamente pelle. E se per Guccini gli imperdonabili erano quelli che inseguivano la carriera, morendo di “una morte un po’ peggiore”, ora anche il luogo adibito al convivio proletario non pare in ottima salute.
La guida Osterie d’Italia di Slowfood è da anni un punto di riferimento, nonché cartina al tornasole di uno spaccato d’Italia. Ieri l’osteria era una sorta di alcova intellettuale, di avanguardia culturale ("Ricordo quelle discussioni piene di passione/ di quando facevamo tardi dentro a un'osteria. L'amore, l'arte, la coscienza/ la rivoluzione/ sicuri di trovar la forza/ per andare via": così riassumeva Giorgio Gaber ne L'ingranaggio, 1972). L'osteria era un’aula senza sovrastrutture barbose. Il naturale prolungamento della discussione cominciata all’Università o al bar, con tanto di particolari (oggi stereotipati) come la tovaglina a quadri e la cucina della nonna. Prima del cibo veniva la bevuta, prima del menu c’era il desiderio di stare assieme. La tavola non era protagonista, bensì collante. Al punto che, più della qualità (che comunque c’era), contava la quantità. L’osteria è ancora per molti il regno della grande abbuffata: del mangia tanto e spendi poco. Qualcosa che, nel primo Vinicio Capossela, diventava il luogo di conquista per “il re della cantina, vampiro nella vigna e sottrattor nella cucina”.
Di fatto questi luoghi esistono sempre meno. Un po’ perché le nonne sono evaporate (e i figli quasi mai all’altezza), un po’ perché la scansione della serata è cambiata (happy hour). Un po’ perché l’aggregazione ha nel frattempo subito slittamenti vigorosi. La guida Slowfood vorrebbe essere il catalogo degli ultimi resistenti, con tanto di (genetica) collocazione a sinistra, ma gli stessi luoghi recensiti hanno ambizioni simbionti. Da una parte l’adesione al territorio, la deificazione del fagiolo zolfino e (quando si ha fortuna) la pasta fatta in casa; dall’altra un arredamento modaiolo, un servizio più ammiccante e un prezzo medio che è assai poco proletario. E così l’osteria slitta verso altro: verso il salotto radical-chic.
Mutamenti antropologici, certo. A cui qualcuno si oppone. Guide concorrenti fanno le pulci alla contraddittorietà del concetto di “osteria”. Il Mangiarozzo (ex Gambero Rozzo) si vanta come la guida delle “vere” trattorie, dei luoghi di una volta, delle osterie senza puzza sotto al naso, buone per l’appassionato come per il camionista. E La Gola in Tasca non perde occasione per sottolineare quello che ritiene il latente snobismo di Slowfood.
Resta però la domanda fondante: esistono ancora le osterie? Sì, se hai la voglia di cercare. No, se l’istantanea di Guccini è nel frattempo assurta a disciplinare d’origine controllata. Eppure l’osteria è da sempre luogo fecondo di suggestioni, da quelle popolane dello stornello romano a quelle colte dei romanzi. I pasti di Pepe Carvalho, il detective-gourmet di Manuel Vázquez Montalbán, erano più rilevanti della trama: l’identità dell’assassino era qualcosa che andava svelata, non prima però di sapere quale fosse l’osteria catalana preferita da Pepe. E così le cene (innaffiate dal Lagavulin) di Fabio Montale, l’antieroe sconfitto dalla vita nella trilogia di Jean-Claude Izzo, che solo nel momento del ristoro (rigorosamente tra mura amiche) trovava tregua esistenziale.
Passa il tempo e tutto cambia. Anche l’osteria: da ritrovo festoso (e chiassoso) a luogo per pochi eletti. Per iniziati. Appassionati col salvadanaio sufficientemente pingue. Suonano implacabili, nonché fatalmente testamentarie, i versi di Alda Merini: “A me piacciono gli anfratti bui/ delle osterie dormienti/ dove la gente culmina nell’eccesso del canto/ a me piacciono le cose bestemmiate e leggere/ e i calici di vino profondi/ dove la mente esulta/ livello di magico pensiero”. La poetessa amava “l’acre vapore del vino indenne”, “l’ubriacatura del genio”. “l’indagine sorda delle scorrevolezze di vite”. Amava, come Guccini. “le osterie che parlano il linguaggio sottile della lingua di Bacco”. Chissà in quanti sono rimasti come loro.

Vasco cade sul palco, Guccini più prudente...


Vasco che cade sul palco a Caserta mi ha fatto tornare alla mente una intervista
di tre anni fa di Francesco. Lui, più prudente, sul palco si dimena meno, addirittura da giovane se ne stava seduto, e soffre per i colleghi "agee" che ancora zompano pericolosamente:
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dal Venerdi 8 settembre 2006 Repubblica - Emilio Marrese
Pavana. Volendo, potrebbe anche guardarsi al telescopio. Non è da tutti.

L'osservatorio astronomico di San Marcello Pistoiese gli ha appena
dedicato un corpo celeste.
"Ma è solo un planetoide, un ammasso" dice FG per sminuire se stesso più
che ricercatori.


Il suo nome era già stato dato ad una farfalla dell'Appennino, la
Parnassius Mnemosyne Guccinii,
e ora è anche una stella, lui che ha passato una vita ad evitare di
esserlo.


Le mele sull'albero della vecchia casa ai margini della Porrettana sono da
raccogliere, l'estate
è finita e il Maestrone, che ha concluso il suo ultimo romanzo con Loriano
Macchiavelli e ora si
dedicherà alla traduzione in pavanese della Mandragola di Niccolò
Machiavelli, è pronto a ripartire.


Con calma.


Il 9 settembre da Montjovet parte il suo lento tour di nove concerti in
cinque mesi.


Brevi fughe dal suo eremo montanaro (scordate via Paolo Fabbri, Bologna:
lasciata da anni) senza Internet,
email cellulare, automobile e ora è fuori uso anche la stampante che
sputava una pagina per volta.


"Sono preistorico".


Sessantasei anni, diciannove dischi e una decina di libri.


Nel 2007 fanno quarant'anni dal suo primo album.


Guccini, ancora in tour per appagare l'anima o pagare le bollette?


"Per divertirmi. Per rivedere i miei soliti musicisti, raccontarci cosa ci
è accaduto.
Poi è bello anche suonare. Lo faccio molto meno di una volta.
Prima non passava giornata che non prendessi la chitarra in mano, ora
giusto nelle occasioni conviviali
e senza fare quasi mai le mie canzoni".


Ma anche questa volta aprirà con Canzone per un'amica?


"E' una canzone facile, serviva a sciogliersi. Poi è diventata una
tradizione, quasi una sigla d'apertura.
Non è che giro per casa cantando "lunga e diritta correva la strada" però
non mi costa fatica proporre
i miei classici. Quelli che mi hanno davvero stufato, come L'Avvelenata,
non li faccio più.


E qualcosa di nuovo da raccontare?


"Farò un pezzo inedito che si chiama, come si chiama? ah sì: "Su in
collina".
E' la tradizione in italiano di una poesia bolognese di Gastone Vandelli,
un epsiodio della guerra partigiana.
Me l'ha fata conoscere Loriano, mi ha commosso e ci ho fatto una canzone".


Non casualmente.


"No. Vogliono paragonare i repubblichini, poveretti anche loro, ai
partigiani.
Ci sono stati episodi barbarici da ambo le parti, ma soprattutto dai
fascisti.
No, non è giusto accomunarli".


La Resistenza tornerà anche nel suo prossimo libro.


"Sì, e non è un caso nemmeno quello. "Tango e gli altri" è un'indagine di
Santovito rivissuta in flash back e ambientata
nel '60. Sarà l'ultima della serie, poi ci dovremo inventare altro".


Le dispiacerebbe se ci facessero una fiction tv?


"No, avevamo avuto anche due o tre offerte poi non se n'è fatto niente.
Macchiavelli s'immagina Santovito con la faccia
di Castellitto, per me è un po' più pesante. Ma non so dargli una voce, un
viso, un accento".


Lei parla molto con il pubblico. Cosa gli dirà, dopo un lungo silenzio?


"Non so, improvviso. Mi basta anche leggere i giornali della mattina.
Mentre presento una canzone, mi vengono in mente le cose.
Poi non me le ricordo più. E' una vecchia abitudine dai tempi dell'Osteria
delle Dame.
Serve anche a scaricare l'adrenalina, come quando facevo gli esami
all'Università: mi sblocco e tiro fuori tutto".


Che musica ascolta?


"Quasi più niente. Ho semre detto che sono più un lettore di un
ascoltatore. Senza leggere sì che non potrei vivere.
Ho visto che è uscito l'ultimo disco di Dylan e dice cose che penso anche
io: a me piaceva il vinile, coi suoi fruscii.
Mi piaceva "metter su" un disco".


Si mettono su anche i cd.


"Ma mi sconcerta. FAtico a capire come funziona. Poi è diventata una
ingiusta questione di quantità: uno paga un sacco
di soldi e si ci trova solo sette pezzi ci rimane male, ne vuole almeno
dieci.
Io faccio ssempre stampare mille copie dei miei album in vinile.
Sono da collezione e per me tengo sempre la copia 0001.
Coi cd è come passare dai vecchi flipper a quelli nuovi con troppe luci:
io sono rimasto a cento lire tre palline.."


A tanti ragazzi piace ancora il vecchio flipper Guccini.


"L'altra sera due ragazzini mi sono venuti a ringraziare per aver scritto
Dio è morto quando loro nemmeno erano nati.
Forse ispiro fiducia perché non sono mai cambiato, né ho fatto cose
strane. O forse è per le canzoni."


Sua figlia Teresa sta facendo una tesi di laurea mettendola a confronto
con Robbie Williams...


"un paragone tra uno che appartiene allo star system e uno che fa lo
stesso mestiere in modo molto più semplice".


Rintanato in montagna.


"A Bologna vado ogni tanto con piacere per due o tre giorni, ma mi sento
spaesato come i montanari di una volta.
Ho vissuti qui i primi anni della mia vita e i montanari come i marinai
tornano da dove sono partiti.
Ho il rifiuto della città in generale. Del cambiamento,
dell'imbarbarimento strisciante.
A trent'anni non te ne accorgi, dopo hai voglia di una vita più calma."


Cosa la fa ancora incazzare?


"Le parole di quelli che, se Dio vuole, ora stanno all'opposizione.
La supponenza, l'alterigia, il lusso, i vulcani finti".


L'ultimo suo disco risale al 2004.


"E di questo passo il prossimo lo faccio fra altri due anni"


Preferisce scrivere libri?


"Mi è sempre venuto più facile scrivere di getto. Ma sono due cose diverse.
La canzone è sintesi. Di idee da cantare ce ne sono, bisogna mettersi lì e
aspettare il momento.
Non mo spavento. Da quarant'anni dopo ogni disco vengo assalito dal dubbio
" e ora cosa dico?".
Poi qualcosa si trova sempre."


Anche vivendo lontano da tutto?


"Non è che la vita cittadina mi desse più ispirazione. Non essendo un
grande viaggiatore ho sempre sostentuto che si
può viaggiare leggendo. Un libro di spunti ne dà tanti."


E' sceso dal suo ritiro per festtegiare in piazza accanto a Prodi.


"E'sicuramente meglio di Berlusconi. Criticare anche un governo "amico" è
doveroso, ma almeno vedo dei tentativi.
Non ho condiviso l'indulto, invece apprezzo la direzione di Bersani.
E in politica estera non siamo più alle pacche sulle spalle dell'amico
George, nessuno va più ai summit a far le corna".


La mia generazione ha perso, cantò Gaber. E lei dissentì.


"Continuo a pensare che c'è andata bene. Ha perso la generazione di mio
padre, che ha fatto due guerre, non la nostra.
Chi sognava tantissimo magari è rimasto fregato. Chi era legato alla
realtà, no.
Qualche sconfitta c'è stata, ma molti di quelli che volevano cambiare
tutto ora stanno con Berlusconi."


S'è dato una scadenza?


"Dissi che a sessant'anni avrei smesso di fumare e poi non ci ho nemmeno
provato.
Quando mi passerà la voglia di andare su un palco, smetterò di cantare.
Per fortuna non ho mai fatto rock. Quando vedo gli Stones ancora lì a
zompare soffro per loro: attenti, vi fate male..".

domenica 22 novembre 2009

Cinepanettone

Guccini di nuovo al cinema, di nuovo con Pieraccioni in "Io e Marylin" sotto le feste di Natale. Dopo il preside (nella foto) e il coreografo dilettante, stavolta interpreta uno psichiatra.

sabato 21 novembre 2009

Guccini SI a Rende (CS)


Pare che un infaticabile Francesco si regalerà un viaggetto a Rende (Cosenza) per festaggiare il settantesimo compleanno: sarà infatti in concerto il 18 giugno 2010.

martedì 17 novembre 2009

Vagabondare per bastardi posti


mi segnalano:
"L'ARTE DEL VAGABONDARE IN UNA PICCOLA CITTA'
Chi è nato e vissuto in una piccola città sa bene cosa si intende per flaneur, cioè l'arte di vagabondare senza meta o con piccole mete tra loro vicine, fare lo struscio, salutare un amico, passare dai giardini e fermarsi a guardare gli alberi colorati d'autunno, entrare in un bar per bersi un aperitivo, guardare una vetrina, bighellonare per perder tempo e ritrovar tempo. Nelle grandi città è più difficile, perchè i grandi spazi obbligano le persone a muoversi in modo più diretto e rapido, per andare da A a B lungo la via più breve... è dunque la piccola città il luogo ideale del flaneur.
I carnet di viaggio EDT sono oggetti preziosi. E' appena uscito "Modena è piccolissima", scritto da Ugo Cornia e disegnato da Giuliano Della Casa. E' il libro ideale per trovare suggestioni da flaneur, da modenese doc lo consiglio a tutti perchè ci ho ritrovato la Modena più vera. Piccoli schizzi di penna di Cornia e piccoli acquerelli di Della Casa, introducono a un modo diverso di vedere una città, seguendo suggestioni proprie e altrui. Tra i carnet di viaggio di EDT anche Milano e Torino (e Mali, Egitto, India, Antartide). Sono anche un bel regalo, e poi sono uno spunto per farvi i vostri carnet di viaggio, alternativa creativa alla fotografia, anzi, no, integrazione, perchè nei carnet di viaggio ci stanno anche le foto, e i biglietti dei musei, e un foglietto trovato per terra...
Ugo Cornia - Giuliano Della Casa "Modena è piccolissima", EDT, 35 euro"

Francesco premia Flaco e boccia Morgan


Guccini è apparso sul palcoscenico dell'Ariston per premiare "Flaco" Biondini, chitarrista oriundo argentino che ha messo le mani in molte produzioni storiche della canzone d'autore. Ma ben più del suo discorso istituzionale, il cantautore emiliano (che non si è esibito) ha mosso gli animi della comunità degli addetti ai lavori - in via di scioglimento dopo tre giorni intensi - con la sua uscita notturna sul palco del Dopotenco: «ho lungamente discusso con Mara Maionchi e la Celentano. Il concorrente Morgan, non è passato». Con l'ironia su X Factor e sulle frequentazioni televisive del "pupillo" del Club Tenco (un "figlio difficile", lo ha definito acutamente il presentatore storico della rassegna, Antonio Silva) si è simbolicamente chiusa la trentaquattresima edizione del Premio Tenco.

lunedì 16 novembre 2009

Bossi gira oggi con le tette al vento.....

Guccini lo faceva già vent'anni fa.
La Lega si attribuisce il merito di aver introdotto le canzoni in dialetto
al Festival di Sanremo.
Guccini cantava già in sardo (il famoso "Progetto Barones sa tirannia") all'Ariston anni e anni fa!

sabato 14 novembre 2009

La locomotiva - ieri a Genova

La vera storia di Maria la guercia

Domenica 8 novembre festa paesana autunnale a Pavana.
Francesco prende la chitarra e canta la canzone popolare bolognese :
La vera tragica storia ed Marì la Guèrza


Stèva Marì la Guèrza Intorno al focolare, Intenta a disenare la plèva dal patèd.

Quand’ecco all’uscio battere s’ode trendamente:lei disse:
, risponde un giovanotto,


e lei e lui dirigono da Marco Greco i passi di Ivan in Via Ugo Bassi al nòmmer ventenòv.

I due colombi spingosi dentro da Marco Greco e là si fa uno spreco ed gràpa e costomè.
Caffè, cognac e bibite e vini, ancor sciroppi e punch da tre bajocchi ch’ìn bvènn un vanizèn
Mentre la dolce coppia Brindava allegramente Inaspettatamente Veins dàinter soò marè.

Cedendo ad un invito Par bevvar di cicchèt!>
Cosi dicendo, il barbaro Marito che non scerza
Scàna Marì Guèrza e la mandala gabariòt!






Cuore Toro

GIANLUCA ODDENINO La Stampa
TORINO
Meno male che la fantasia è tornata al potere». Sorride Andrea Gasbarroni, trequartista dai piedi intelligenti e dall’ispirazione artistica («Amo Guccini, credo di essere l’unico calciatore a farlo») che quest’estate nessuno voleva alle buste e adesso si gode il ritorno. Suo e del ruolo del fantasista.

È una moda oppure il calcio ha aperto gli occhi?
«Aspettiamo di capire l’evoluzione, ma intanto c’è più fantasia in campo per segnare e far segnare. Io sono il primo ad esserne felice».

Anche in questo Toro che vive sulle montagne russe?
«Soprattutto al Toro. Io la vivo bene l’altalena dei risultati anche perché i tifosi il vero Toro non l’hanno ancora visto. Stiamo lavorando tantissimo, c’è armonia e sono sicuro che andremo in serie A».

Per lei la promozione avrebbe un valore doppio, essendo nato, cresciuto e tornato a Torino.
«Vero, sarebbe la mia ciliegina più bella. La serie A l’ho conquistata con la Samp e il Palermo tanti anni fa, e patendo non poco, ma qui ho famiglia, gli amici e la fidanzata: farcela sarebbe bellissimo ed indelebile».

Gasbarroni è cresciuto nella Juve, non ha mai giocato in prima squadra ed ora si rilancia nel Toro. Ci spiega perché i granata non l’hanno ingaggiata da bambino visti i suoi numeri?

«Io ho iniziato nel Vanchiglia, maglia granata, che era una società affiliata al Toro. C’era una persona, Mario Goffo, che lavorava per il Torino, ma nel 1992 passò alla Juve e qualche mese dopo mi portò alla Sisport, l’anticamera della Juve, e non nel vivaio granata. Il destino ha voluto così».

Quindi ha ritrovato lo stesso campo che calcava da esordiente?

«Sì, 17 anni dopo ho ritrovato il mio primo campo e mi ha fatto un certo effetto».

Un terreno che l’ha tradita, visto che il 16 ottobre si è procurato una distorsione alla caviglia che l’ha frenata sul più bello.
«Stavo benissimo e mi sono dovuto fermare. Però avevo voglia di giocare ed ho recuperato prima. Col Lecce non sarei dovuto entrare, ma lo spirito era quello di dare una mano».

E l’assist per il secondo gol di Bianchi. Sta facendo meglio di Toni nel Palermo dei record?
«Luca aveva iniziato a segnare dopo 8 partite, quindi Rolando è partito alla grande. Speriamo continui così...»

Anche perché solo in sei, Bianchi compreso, hanno fatto gol finora. Non è poco? «Lui è il terminale offensivo e quindi fa bene il suo mestiere. Noi dobbiamo sfruttare al meglio quando ci capitano le altre occasioni».

Lei non segna da 661 giorni, doppietta in Toro-Parma 4-4. Le manca il gol?
«Non è un assillo. E poi io devo fare gli assist».

In cosa deve crescere il Toro?
«In concretezza e concentrazione».

Da indesiderato a giocatore insostituibile. Gasbarroni quante rivincite si sta prendendo?
«Qualche sassolino dalla scarpa ora posso togliermelo. L’anno scorso ho avuto la mia stagione più brutta per l’infortunio patito a Genova che poi mi ha condizionato anche nel Toro. Al Genoa non mi hanno curato bene: rincorrevo la condizione e qui giocavo col contagocce. Ora, però, sono tornato il vero Gas».

venerdì 13 novembre 2009

ot Pare fosse anche un problema dimensionale


off topics Solidarietà ai lavoratori Eutelia

Come licenziare 9000 persone senza che nessuno se ne accorga:
Carissimi,siccome i nostri strumenti "di lotta" non sono più i tamburi di latta bensì le tastiere dei nostri PC, rimetto a voi il file seguente, ognuno lo dovrà inoltrare alla sua cerchia di conoscenze. In alto i cuori, non scoraggiamoci. Un pensiero ed un saluto a tutti.Dal 4 Novembre 2009 le nostre principali sedi ROMA-TORINO-MILANO-BARI-IVREA sono PRESIDIATE con assemblee permanenti.E’ iniziato il licenziamento dei primi 1200 lavoratori di OLIVETTI-GETRONICS-BULL-EUTELIA-NOICOM-EDISONTEL TUTTI CONFLUITI IN: AGILE s.r.l. ora Gruppo Omega. Agile [ex Eutelia] è stata consegnata a professionisti del FALLIMENTO. Agile [ex Eutelia] è stata svuotata di ogni bene mobile ed immobile. Agile [ex Eutelia] è stata condotta con maestria alla perdita di commesse e clienti. Il gruppo Omega continua la sua opera di killer di aziende in crisi, l’ultima è Phonemedia - 6600 dipendenti - che subirà a breve la stessa sorte di Agile. In tutto, siamo una realtà di quasi 10.000 dipendenti e, considerando che ognuno di noi ha una famiglia, le persone coinvolte in questa CRISI sono circa 40.000! Eppure nessuno parla di noi.Per mantenere il LAVORO abbiamo bisogno di visibilità mediatica. Abbiamo manifestato nelle maggiori città italiane (Roma - Siena: Monte dei Paschi – Milano – Torino – Ivrea – Bari – Napoli - Arezzo), siamo SALITI sui TETTI, ci siamo l'INCATENATI a Roma in Piazza Barberini, abbiamo occupato le SEDI, Roma per prima. Nonostante ciò NON siamo mai stati nominati in nessun TELEGIORNALE NAZIONALE perchè la parola d’ordine è che se non siamo visibili all’opinione pubblica il PROBLEMA NON ESISTE. Se sei solidale con noi INOLTRA QUESTA MAIL ad almeno 10 amici nei prossimi 30 minuti, non ti costa nulla, ma avrai il ringraziamento di tutti i Lavoratori e le Lavoratrici di Agile [ex Eutelia] che da mesi sono senza stipendio e che lottano per il DIRITTO AL LAVORO, primo Diritto Fondamentale della nostra Costituzione.Non lasciar morire questa azienda!

Istruzioni per scrivere a Francesco

Ricevo molte email di fan che vogliono scrivere a Francesco e mi chiedono l'indirizzo.
A parte l'evergreen via Paolo Fabbri 43 - 40138 Bologna,
potete utilizzare anche il fantastico:
Francesco Guccini 51020 Pàvana di Sambuca Pistoiese PT
Resta il problema di COSA SCRIVERE e COME!
Non dimenticato che lui è Professore ed è stato soprannominato IL MAESTRONE, per stazza e levatura morale, per cui suggerisco, prima di prendere carta e penna, di ripassare le 33 REGOLE DELL'ITAGLIANO (credo le abbia elaborate Umberto Eco, ai tempi di Golem).


mercoledì 11 novembre 2009

FG: "Mi mancano Gaber e Faber"


Bella intervista ieri su
Sky.it.
Francesco, raggiunto nella sua cucina pavanese, fra nebbie e gatti, parla della biografia che sta scrivendo con l'amico poeta Alberto Bertoni, e racconta che nella Genesi voleva citare De Andrè, col quale poi avrebbe anche voluto organizzare una tournee. Ma parla anche di Giorgio Gaber, e del nuovo disco, che pigramente sta ancora immaginando.

Juan Carlo Biondini vince la Targa Tenco


sabato 14 novembre alle 21 al teatro Ariston di Sanremo Flaco riceve il premio
“I suoni della canzone”

Ancora nuove date del tour!!!

13 novembre 2009, GENOVA – Vaillaint Palace
-27 novembre 2009, PAVIA – PalaRavizza
-4 Dicembre 2009, LIVORNO - PalaLivorno
-22 Gennaio 2010, PADOVA- PalaNet
-5 Febbraio 2010, PESARO - Adriatic Arena
-26 Febbraio 2010, PERUGIA - PalaEvangelisti
-12 Marzo 2010, TRIESTE - PalaTrieste
-26 Marzo 2010, ROSETO DEGLI ABRUZZI - Palasport
-9 Aprile 2010, NAPOLI - PalaPartenope
-30 Aprile 2010 REGGIO EMILIA - PalaBigi

martedì 10 novembre 2009

lunedì 9 novembre 2009

Anche i figli dei sindacalisti Cisnal ascoltano "il rosso saggio"

Qeusta sera su La7, a «Prossima fermata» condotto da Federico Guiglia, in onda dopo il tg notturno: la candidata in pectore per la poltrona della Regione Lazio confessa di essere una fan sfegatata di Francesco. «Amo ancora Guccini. Le canzoni di Guccini le so tutte, anche perché è un cantautore che mette in prosa il suo pensiero? Conosco tutte le sue canzoni. Mia madre mi proibiva di ascoltarlo, per le troppe parolacce. Così mi mettevo in borsa le cassette e le ascoltavo di nascosto».

venerdì 6 novembre 2009

12 marzo 2010: il sottotenente Guccini torna a Trieste


Francesco torna nella Trieste che lo vide "imballato" di grappa e di noia durante il servizio militare sull'allora confine austroungarico, impegnato con l'amico Bonvi (carrista) a difendere "il varco di Gorizia" dall'assalto bolscevico.
Una volta sfiorò l'incidente diplomatico e la terza guerra mondiale per colpa di un suo collega sottotenente, che sul confine intravide dei bellicosi "nemici" slavi e fece l'atto di mettere mano alla pistola.
Il sottotente yugoslavo lo sbeffeggiò, rispondendo in perfetto italiano:
"Tanto lo sappiamo che la vostra pistola è di legno!".
Era vero! Per mancanza di materiale bellico gli ufficiali di complemento venivano dotati di Beretta finta!!!
Sarà per questo che quando Bonvi ricevette in dono dall'esercito un fucile '91 della Grande Guerra lo girò all'amico Guccini.
Riepiloghino di concerti
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-13 novembre 2009, GENOVA – Vaillaint Palace

-27 novembre 2009, PAVIA – PalaRavizza

-4 Dicembre 2009, LIVORNO - PalaLivorno

-22 Gennaio 2010, PADOVA- PalaNet

-5 Febbraio 2010, PESARO - Adriatic Arena (ex BPA Palas)

-12 Marzo 2010, TRIESTE - PalaTrieste