Dopo la storica foto scattata ai tempi di RadioFreccia al bar pavanese dove il Guccio sorbisce il suo consueto caffè mattutino (vabbe, diciamo a mezzodì)
grandiosa intervista oggi sul Venerdi di Repubblica.
Davanti al tavolo della cucina di Francesco Ligabue parla con Michele Smargiassi di vecchie e nuove Avvelenate. Buttando le basi per un nuovo duetto.
Una possibile risposta semiseria alla canzone di Ligabue:
RispondiEliminaCaro il mio Luciano, perdona la domanda,
ma sai per me è essenziale se vuoi che ti risponda:
non eri proprio tu, che in una canzone eccezionale
dicevi di sentirti più leggero?
Perciò vorrei capire cosa ha cambiato il tuo pensiero,
e ti fa sentire davvero più pesante:
è un momento nero, il mestiere di cantante,
o forse è soltanto un nuovo ristorante?
Sarà che anche tu alle quattro del mattino
Sei sempre ancora lì che sorseggi un po’ di vino
e poi la digestione diventa un’impresa
e tutto ciò allo stomaco un po’ pesa.
E allora avanti un altro
e con quello che guadagni offri tu,
avanti pure un altro,
con quello che guadagni scelgo pure dal menù.
Caro il mio Luciano, la capisci l'importanza
di vivere questi anni quassù sugli Appennini
è che certe cose le vedi meglio alla distanza
e non se invece si è troppo vicini.
E poi qui fra i monti non si vive affatto male
l'aria è un po' più buona, più salubre e silvestre
e poi questa è la cosa davvero più speciale,
quassù non arriva il digitale terrestre
e tutti quei programmi di impegno e di risate
che non appena hai smesso di sentire una parola
sei già lì sul Water
con due dita infilate nella gola
e allora avanti un altro
in fondo non è brutto spacciarsi per artista
avanti pure un altro
peccato poi che a Vespa non puoi negare l'intervista
Caro il mio Luciano, io sento e percepisco
che adesso anche tu scrivi quando sei d'umore nero
e indaghi le macerie nell'ultimo tuo disco
ma forse vai un po' oltre con il tristanziero
"Quando mi vieni a prendere" è troppo anche per me
e quella sua mestizia mi stritola e commuove
e chi ballava sul mondo felice lì con te
come accoglie le tue canzoni nuove?
Io che il mio disprezzo lo faccio uscire fuori
perché i politicanti han rotto la misura
e poi non solo quella ed anche i migliori
più non si rialzano da questa spazzatura
e allora avanti un altro
ti manca solo un pezzo su un treno dirottato
avanti pure un altro
ma poi sul Frecciarossa chi ci avrebbe mai provato?
Caro il mio Luciano, è un po’ come nel calcio
A volte è proprio meglio restare qui in panchina
ad ammirare l’erba, i disegni dello sfalcio
e non la palla che ti si avvicina.
Io so com’era allora ed anche com’è adesso,
il palco è sempre in fondo un piccolo successo
ma cosa vuoi capire di questa mia conquista
tu che vivi il calcio da interista?
Il bello della vita sta anche nel giocare
anche senza vincere ma per partecipare
Caro mio Luciano continua la baldoria
che questa è la vittoria
e allora avanti un altro
la tipa ti saluta e sa ch’è fortunata
avanti pure un altro
poiché la tua strada per un poco l’ha incrociata.
Caro il mio Luciano anch’io qui ti saluto
Ma per un’altra volta usiamo il cellulare
Perché non ha senso starsi a lamentare
di fronte a questo pubblico assoluto
Ma poi che cosa importa che ti sei sfogato:
in fondo stare zitto è viver da coglioni,
un poco m’ha deluso che non hai mai citato
la sinistra oppure Berlusconi
e allora andiamo avanti a cantare della vita
sempre sbeffeggiando la nostra società
e che la difenda chi non l’ha capita
l’amara ironia della realtà
e allora avanti un altro
qualcuno troveremo ad ascoltare
avanti pure un altro
qualcuno che abbia voglia di pensare
e allora avanti un altro
qualcuno troveremo ad ascoltare
avanti pure un altro
qualcuno che ci sappia meritare
Che il vate mi perdoni...:-))