martedì 26 maggio 2015
mercoledì 13 maggio 2015
Vecchioni: il più grande cantautore italiano....
Roberto Vecchioni al Fatto Quotidiano 5 maggio 2015:
"Nella musica, forse, sono più bolognese che milanese. Con Guccini ci siamo conosciuti nel 1973 e diventammo inseparabili. Lo ricordo come se fosse oggi: ci trovammo nell’atrio di un albergo, a Sanremo, per il premio Tenco. Io lo riconosco e lui mi chiede ovviamente chi fossi. Non credo che Francesco riconosca il Papa o il presidente della Repubblica, figuriamoci se poteva riconoscere me. Io lo avevo già amato prima, perché nelle sue canzoni si respira la cultura, non la citazione raffazzonata. E, soprattutto, Guccini non è La Locomotiva; al limite è Stanze di vita quotidiana, sicuramente non è l’anarchico della Locomotiva. Quel giorno, dopo sette whisky e sette bourbon, finimmo a fotografare gli angoli di Sanremo, a raccontarci le nostre debolezze, più che le vittorie. Le certezze e le paure. E poi a fare altre cose che ai giornali non si raccontano. Una giornata piena. Da lì in poi abbiamo passato una vita insieme. Ora ci siamo un po’ persi, a lui mancano delle voglie che io ho ancora. Ma se vuole chiedermi chi è il più grande cantautore italiano sicuramente dico lui, Francesco Guccini, nato a Modena, vissuto tra Bologna e Pavana."
"Nella musica, forse, sono più bolognese che milanese. Con Guccini ci siamo conosciuti nel 1973 e diventammo inseparabili. Lo ricordo come se fosse oggi: ci trovammo nell’atrio di un albergo, a Sanremo, per il premio Tenco. Io lo riconosco e lui mi chiede ovviamente chi fossi. Non credo che Francesco riconosca il Papa o il presidente della Repubblica, figuriamoci se poteva riconoscere me. Io lo avevo già amato prima, perché nelle sue canzoni si respira la cultura, non la citazione raffazzonata. E, soprattutto, Guccini non è La Locomotiva; al limite è Stanze di vita quotidiana, sicuramente non è l’anarchico della Locomotiva. Quel giorno, dopo sette whisky e sette bourbon, finimmo a fotografare gli angoli di Sanremo, a raccontarci le nostre debolezze, più che le vittorie. Le certezze e le paure. E poi a fare altre cose che ai giornali non si raccontano. Una giornata piena. Da lì in poi abbiamo passato una vita insieme. Ora ci siamo un po’ persi, a lui mancano delle voglie che io ho ancora. Ma se vuole chiedermi chi è il più grande cantautore italiano sicuramente dico lui, Francesco Guccini, nato a Modena, vissuto tra Bologna e Pavana."
martedì 12 maggio 2015
Carletti e "Nomadi" la nuova canzone di Guccini
Nell'aprile 2013, Guccini concede un’intervista a La Stampa: “Ho scritto con Flaco una canzone per i cinquant’anni dei Nomadi, che celebreranno a Cesenatico. Si intitola ‘Nomadi’ e gioca un po’ sul significato letterale e sul nome della band. Ma non vado oltre, sarà Carletti a parlarne”.
Carletti. “Nel 2013, credo verso novembre, vado a casa sua e porto con me un provino del pezzo. Abbiamo scelto un arrangiamento alla James Taylor, per attutire le parole: ci lodava troppo, non volevamo dare enfasi a tutti quei complimenti. Glielo faccio ascoltare e gli dico: e se andassimo a Sanremo con questa canzone? Lui si prende un paio di settimane di tempo per pensarci e poi risponde che no, per Sanremo preferisce non darcela. Posso ipotizzare che accomunare il suo nome a Sanremo gli desse fastidio. Lui è così. Pensa che la sua prima apparizione in prima serata su Rai Uno è avvenuta solo nel 2012, nel concerto che ho organizzato allo stadio di Bologna dopo il terremoto”.
Ma nel frattempo Guccini stava scrivendo un’altra canzone, questa destinata all’interpretazione di Danilo Sacco, che con quella avrebbe voluto presentarsi in gara al Festival, accompagnato dai Musici (cioè i musicisti della sua storica band) con i quali era in quel periodo in tour. Quando Sacco ne parla a Guccini, il cantautore gli risponde che non sarebbe carino che questo succedesse, dato che aveva già risposto di no a Carletti a proposito di “Nomadi”.
Carletti. “Nel 2013, credo verso novembre, vado a casa sua e porto con me un provino del pezzo. Abbiamo scelto un arrangiamento alla James Taylor, per attutire le parole: ci lodava troppo, non volevamo dare enfasi a tutti quei complimenti. Glielo faccio ascoltare e gli dico: e se andassimo a Sanremo con questa canzone? Lui si prende un paio di settimane di tempo per pensarci e poi risponde che no, per Sanremo preferisce non darcela. Posso ipotizzare che accomunare il suo nome a Sanremo gli desse fastidio. Lui è così. Pensa che la sua prima apparizione in prima serata su Rai Uno è avvenuta solo nel 2012, nel concerto che ho organizzato allo stadio di Bologna dopo il terremoto”.
Ma nel frattempo Guccini stava scrivendo un’altra canzone, questa destinata all’interpretazione di Danilo Sacco, che con quella avrebbe voluto presentarsi in gara al Festival, accompagnato dai Musici (cioè i musicisti della sua storica band) con i quali era in quel periodo in tour. Quando Sacco ne parla a Guccini, il cantautore gli risponde che non sarebbe carino che questo succedesse, dato che aveva già risposto di no a Carletti a proposito di “Nomadi”.
venerdì 8 maggio 2015
Un figlio dei fiori non pensa al domani
Amico che cerchi il tuo paradiso
l'inferno lo vivi quando hai la paura
la benda che porti tu stesso hai voluto
la crei da solo pensando al tuo futuro.
L'inferno, la benda hanno nome domani,
il tuo paradiso forse hai nelle mani
ma tu non lo sai perché pensi al domani,
ma tu non lo sai perché pensi al domani.
Amico non chiedere qual è il tuo destino
un fiore avvizzisce se pensa all'autunno
i fiori che hai dentro non farli morire,
ma lascia che s'aprano ai raggi del sole.
Il sole avvizzisce se pensi al domani,
il tuo paradiso forse hai nelle mani.
Un figlio dei fiori non pensa al domani.
Un figlio dei fiori non pensa al domani
martedì 5 maggio 2015
Mattoni a fumetti
Francesco Guccini testimonia l’amore per la sua terra e la sua gente, e anche la sua passione per i fumetti, collaborando con il progetto “MATTONI A FUMETTI – Per i terremotati dell’Emilia”.
L’iniziativa è nata per sostenere l’opera di ricostruzione nelle aree colpite dal sisma: fumettisti, pittori, musicisti, per professione o per passione, invitati a prendere in consegna un simbolico mattone “vergine” in occasione delle diverse Fiere che ospiteranno l’iniziativa e chiamati a restituirlo, trasformato in una elaborazione personale e unica.
Ogni mattone così realizzato sarà esposto in una galleria online e venduto al prezzo fisso di 50 €; l’intero ricavato sarà devoluto a scuole ed associazioni delle zone terremotate.
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