Roberto Vecchioni al Fatto Quotidiano 5 maggio 2015:
"Nella musica, forse, sono più bolognese che milanese. Con Guccini ci
siamo conosciuti nel 1973 e diventammo inseparabili. Lo ricordo come se
fosse oggi: ci trovammo nell’atrio di un albergo, a Sanremo, per il
premio Tenco. Io lo riconosco e lui mi chiede ovviamente chi fossi. Non
credo che Francesco riconosca il Papa o il presidente della Repubblica,
figuriamoci se poteva riconoscere me. Io lo avevo già amato prima,
perché nelle sue canzoni si respira la cultura, non la citazione
raffazzonata. E, soprattutto, Guccini non è La Locomotiva; al limite è Stanze di vita quotidiana, sicuramente non è l’anarchico della Locomotiva.
Quel giorno, dopo sette whisky e sette bourbon, finimmo a fotografare
gli angoli di Sanremo, a raccontarci le nostre debolezze, più che le
vittorie. Le certezze e le paure. E poi a fare altre cose che ai
giornali non si raccontano. Una giornata piena. Da lì in poi abbiamo
passato una vita insieme. Ora ci siamo un po’ persi, a lui mancano delle
voglie che io ho ancora. Ma se vuole chiedermi chi è il più grande
cantautore italiano sicuramente dico lui, Francesco Guccini, nato a
Modena, vissuto tra Bologna e Pavana."
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