venerdì 16 gennaio 2015

Il ferroviere Rigosi

«La mia è una visione romantica, la canzone nasce da incontri strani. In un diario di ex operai del Bolognese dell’800 avevo trovato la storia di questo Pietro Rigosi che arrivato in officina si impadronisce di una locomotiva e si dirige a velocità folle verso Bologna. Deviata su un binario morto, si schiantò contro carri merci fermi. Sbalzato dall’abitato, Rigosi sopravvisse ma non disse mai i perché. Il mio vicino di casa Mignani mi spiegò che era stato un gesto anarchico. Conoscevo uno del circolo anarchico di Carpi e parlandoci mi è venuta voglia di scrivere una canzone in stile Pietro Gori. Non ho mai scritto così veloce, ci ho messo mezz’ora. Scrivevo e prendevo appunti, e l’inizio mi è venuto per ultimo. Il musicologo Roberto Leydi definì La Locomotiva la più bella canzone popolare del Dopoguerra». Uscì nel ‘72, in Radici

Guccini che canta quella locomotiva «lanciata a bomba contro l’ingiustizia» ora ricorda: «Ai concerti la cantavo per ultima, ma sei volte più veloce». Poi racconta anche, divertito, di certi fans catturati anche a colpi di Locomotiva: «Renzi ha detto che sono il suo cantautore preferito, ma non ne ho colpa». intervista di marinella venegoni - rosignano (livorno)

1 commento:

  1. Sempre bello rileggere queste storie e ritrovare questo sito!
    Vai Ciofanskj!

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