Sono anni che sogno di mostrare questo articolo super trash anni 80 che mi fa essere in un giornale che ha in copertina la Carrà!! Fiera come non mai di essere al suo fianco (della Carrà naturalmente) senza averne ereditato qualsivoglia grazia danzerina purtroppo. Oggi era l’occasione giusta perche sono nata esattamente 40 anni fa all’ora del tè, nella stanza immortalata dalla foto, all’ #OspedaleS.Orsola di Bologna. L’ospedale è a 100mt da casa, la famosa Paolo Fabbri, perché in famiglia si è sempre stati piuttosto pigri e per mio babbo tutto ciò che pareva lontano più di qualche km era quasi “estero”. La sera lui la passò da Vito a festeggiare e il 24 partimmo tutti per Pavana che, ai tempi, non aveva acqua calda e non aveva riscaldamento per la gioia di mia mamma. 40 anni. 40 anni da festeggiare in tutto: amori passati e finiti ma che ti hanno segnato, viaggi, amici di sempre e amici nuovi, fallimenti, le persone che ti hanno tradita, tutti i libri su cui sei passata, la rabbia, le persone che non ci sono più e che vorresti rivedere, L’entusiasmo dei vent’anni, la consapevolezza dei trenta, l’infanzia e l’unica casa che sento davvero mia perché lì trovo la mia anima, via Paolo Fabbri, le favole raccontate a me bambina, Cicognolo dai nonni cremonesi, Forte dei Marmi e nonna Camilla e le focaccine di Valè, la R4 e mia mamma con la quale partivamo sempre in nuove avventure, e Minou il primo gatto adorato e poi Daf e Khaiam, Pavana d’estate, le medie e Suzanne Vega, la vita strana che ho vissuto legata al lavoro di mio babbo e i concerti, nonna Ester e nonno Ferruccio e Zia Egea adorata, Zio Pietro e la sua enorme cultura, gli anni 80 e poi i 90 e il liceo e i Take That e il primo bacio e il primo viaggio lontano da sola, e il primo grande grandissimo amore vero, e quell’anello che non mi aspettavo, e poi adesso e l’amore di oggi, quello che costruirà il futuro e i miei gatti, e gli amici più cari che sono sempre sempre con me e mi tirano giù quando devono dai miei voli per aria e mi ascoltano e mi spingono e tutto quello che mi aspetterà, rughe comprese, capaci di raccontare oggi ogni mia storia.
Complimenti!
RispondiEliminaMi chiamo Massimo, postino di Forte dei Marmi. Ma prima ancora emozionato ascoltatore di Francesco Guccini. Ho 61 anni, ho sentito una canzone di Guccini, la prima volta, nel 1975. Ad Assisi, in un campo di lavoro, c'era un volontario che cantava La Locomotiva. Da allora non ho più smesso di seguire il cantautore modenese. Anzi, oggi, riascoltare le sue storie mi commuove molto più di un tempo. Sarà che invecchiando si diventa molto più sensibili. Sono passato ben due volte da Pavana, nei miei giri in motocicletta. Ho bussato discretamente alla porta della famiglia Guccini per lasciare un saluto e attestare la mia stima. Cosa che mi farebbe piacere fare ancora una volta....
RispondiEliminap.s.Magari un bicchiere di vino anche con Ciofanskj.
La vita si vive una volta soltanto...ma si rivive, si rielabora, si ricompone, fino alla sua fine...Personalmente con nostalgia un po'sofferta...
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