lunedì 18 gennaio 2010

Se Dio non è un fornaio...


Da una bella
Una bella intervista raccolta da Brunetto Salvarani, è nato un articolo sull'ultimo numero della rivista cattolica "Vita e pensiero", sulla genesi di "Dio è morto" ma anche su una canzone che Francesco tiene nel cassetto su Gesù che ride nella sua veste bisunta di artigiano


...dal Giornale 18/1/09:


nel numero in uscita della rivista Vita e Pensiero, FG ripercorre infatti la stesura della canzone (che tra l’altro non ha mai prodotto in studio a suo nome) in un articolo intitolato Dio (non) è morto, la ricerca continua (firmato dal cantautore, con la curatela di Brunetta Salvarani). «Avevo venticinque anni - scrive Guccini - e stavo studiando all’università di Bologna, i primi sit-in e il Sessantotto erano alle porte, era mia intenzione scrivere qualcosa di generazionale». Dio, a quanto pare, non era morto, anzi si sentiva e si sente piuttosto bene: «Il “dio” di cui parlavo era un “dio” con la minuscola, un “dio” laico simbolo dell’autenticità». L’idea era incitare - come accade nei versi finali - al rinnovamento, a «una nuova primavera» giocando su un «registro fra l’apocalittico e l’esistenziale» per trasmettere «la consapevolezza che qualcosa doveva cambiare».
Ecco perché il brano se la prende con «tutto ciò che è falsità», cioè «le fedi fatte di abitudine e paura, / una politica che è solo far carriera, / il perbenismo interessato, la dignità fatta di vuoto, / l’ipocrisia di chi sta sempre con la ragione e mai col torto». Ed ecco perché si conclude con note di speranza: «In ciò che noi crediamo dio è risorto, / in ciò che noi vogliamo dio è risorto, / nel mondo che faremo dio è risorto». «I primi versi - spiega Guccini - sono un’accusa, gli ultimi risentono del pacifismo che c’era allora, ed era una mia risposta a un extraparlamentarismo che sentivo come troppo violento». Una canzone generazionale, al punto che l’autore si stupisce ogni volta che la esegue dal vivo, poiché «i giovani» la conoscono «a memoria, dopo tanti anni».
A parte Nietzsche, Guccini cita fra le sue fonti una clamorosa inchiesta del Time realizzata da John T. Elson, Is God Dead? (Dio è morto?), uscita l’8 aprile 1966, quasi a ridosso della conclusione del Concilio Vaticano II; l’incipit della poesia manifesto della beat generation (Howl, Urlo) di Allen Ginsberg, ripreso quasi alla lettera: «Ho visto le menti migliori della mia generazione distrutte dalla pazzia»; e una serie di versi vergati in precedenza e ispirati a T.S. Eliot.
Per il futuro non è escluso che Guccini scriva una canzone su Gesù: «Avrei voluto farla ma non ci sono riuscito... Non è detto che non la faccia, prima o poi. Però ho perso i riferimenti: avevo trovato un paio di articoli di giornale su questo argomento, che mi avevano colpito... Erano su Gesù che ride. Avevo anche scritto alcuni versi, su un Gesù con le mani da artigiano e la veste unta...». No, Dio decisamente non era morto.

1 commento:

  1. e su giuseppe e maria?
    scherzo, ma speriamo non sia pure lui in crisi mistica (com'é successo a giovanni lindo ferretti )

    RispondiElimina