Tempo e memoria: questo il filo rosso della chiacchierata del primo marzo con un'Aula Magna gremita di persone e così tanti ventenni per cui «tutto è ancora intero». La Prof. Gabriella Fenocchio arriva al punto, sottolineando che nelle canzoni di Guccini la parola “tempo” ricorre centoventun volte, la parola “ricordo” ottantaquattro, l'ultima alla fine di “L'ultima thule”, sigillo della sua opera cantautorale. «L'essere umano è l'unico animale che ha coscienza della propria finitezza - commenta Francesco, abissale dietro l'ironia - ci sono tanti modi per tentare di placare quest'angoscia, dalla fede, alla filosofia, alla poesia, la forma che ho scelto».
«Quanto al ricordo - continua - credo si tratti dell'unica dimensione che ci appartiene: il presente è sbriciolato nei secondi che perdiamo, il futuro non esiste ancora, e noi siamo quello che siamo stati, abbiamo quello». Di qui la nostalgia, le giornate che sono “perle di collane di tristezza” e il suo non sbottare in un “vacca, perché non ho più vent'anni?”.
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