mercoledì 31 marzo 2010
Un leghista in Toscana, anzi, brasileiro
Nelle vene del primo consigliere della Lega Nord alla Regione Toscana, eletto grazie al 6,5% raccolto dal Carroccio, scorre sangue brasiliano. Antonio Gambetta Vianna, classe 1945, è nato a Pistoia ma è vissuto con i suoi genitori (padre brasiliano e madre pistoiese) a Rio de Janeiro dall’età di sei mesi fino a 18 anni. «Mio padre Mauricio - ricorda Gambetta - fu mandato in Italia dal Brasile a combattere i nazifascisti al fianco degli Alleati: è allora che ha conosciuto mia madre Edina». Nel ’63 la sua famiglia da Rio torna a Pistoia, città dalla quale Antonio non si sposterà più. L’amore per la Lega nasce nel 1994. «Ho studiato in Brasile, che è una Repubblica federale - spiega - ed il tema del federalismo da allora non ha mai smesso di affascinarmi. Così, quando ho scoperto un partito che poneva questo principio al centro della sua battaglia politica, ne sono diventato subito sostenitore».
lunedì 29 marzo 2010
Sergio Luzzatto stronca il libro di Guccini

Sergio Luzzatto, classe 1963, docente di Storia moderna a Torino, esperto in biografie (Padre Pio. Miracoli e politica nell'Italia del Novecento (2007), Torino, Einaudi, Il corpo del duce. Un cadavere tra immaginazione, storia e memoria (1998), Torino, Einaudi, La mummia della repubblica. Storia di Mazzini imbalsamato, 1872-1946 (2001), Milano, Rizzoli) sul supplemento domenicale del 28 marzo 2010 del Sole 24 ore, stronca senza se e senza ma "Non so che viso avesse", definendolo un bidone. Tuttavia il rigore del docente universitario sembra scendere in secondo piano e pare che affiori la delusione del fan deluso ("Se io avessi previsto tutto questo il libro non lo avrei comprato") tanto che nelle ultime righe lascia intravedere una possibile assoluzione.
Ne ha parlato anche Luca Sofri su RadioTRe (vedi il podcast 11,20)
Una remota "pavanata"
"Guccini è andato a trovarlo, vent’anni prima, come si va a trovare un santo, un eremita, un maestro. Ha preso un treno, che saliva per l’Appennino, tra castagni e paesaggi che non immaginava potessero esistere. Poi tre chilometri a piedi, lungo una strada di curve, di camion e manifesti con l’orchestra di liscio. Ma come, non c’è lui, Guccini, sui muri di questo paesino? Ma no, che vuoi che sappiano, qui. Aveva chiesto al bar del paese. Aveva bussato alla porta, e Francesco aveva aperto. Era pomeriggio, lui stava mangiando.
Pane, olio e sale.
Per mesi, anche Luca mangiò pane, olio e sale, pensando che la ricetta avesse qualità miracolose.
Una volta – una delle volte che sono ritornato da te – mi hai anche fatto prendere la tua chitarra, ricorda Luca. Mi hai insegnato il giro di blues, sulla tua Martin che suonava limpida, perfetta. E il giro di blues me lo ricordo ancora. Quel pomeriggio mi raccontasti della canzone che stavi componendo. Raccontava di una ragazza in un autogrill, ma non ti veniva ancora un verso. Un verso maledetto, che non usciva giusto, non veniva la rima, non veniva il tempo. Un mese dopo, orgoglioso, me la suonasti con quel verso, l’avevi trovato, levigato, perfetto. E io pensai: ci si può mettere anche un mese, per un verso da levigare. Pensai che cercare di fare le cose bene è una forma di preghiera."
Da "Amore a ore", di Giovanni Bogani - Edimond editore.
sabato 27 marzo 2010
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