lunedì 7 dicembre 2009

da ITALIANS

DAITALIANS
di Severgnini.


I giovani e Guccini, il 69enne 68ottino

Caro Beppe,
venerdì scorso ho assistito ad un concerto di Francesco Guccini a Pavia. Ho i capelli brizzolati e le canzoni del cantautore modenese so sentirle perchè ho vissuto gli anni in cui le scrisse. Ma la cosa stupefacente è la presenza di giovani e giovanissimi a questi concerti. Conoscono a memoria le parole delle canzoni e accompagnano con le loro voci questo giullare sessantanovenne ancora graffiante e caustico. Li guardavo e mi si è aperto il cuore perchè sanno vivere ancora quegli umanissimi ideali, attuali oggi come allora e che neppure le campagne acquisti di Natale della televisione sanno soffocare. Si, è vero che usano i cellulari hi-tech per catturare le immagini e scaricarle poi su YouTube, ma cantano gli stessi sogni e la stessa rabbia che cantano le parole di un Guccini del '68. Una giovane donna un giorno mi disse - voi del '68 non avete combinato niente - senza pensare che se lei poteva vivere la sua vita come voleva viverla, lo doveva a noi del '68. I miei capelli brizzolati non avranno cambiato il paese è vero, ma a guardare quei tremila giovani vivere e seguire le canzoni di un sessantottino come Guccini, mi sono sentito bene. Ho visto il volto spesso tenuto nascosto ai non addetti ai lavori di una generazione troppe volte bollata con un qualunquistico "vuota di ideali". Mi sono sentito bene perchè in quell'assemblea ho sentito la grande voglia di fare, di esserci e di ricerca di una guida e di valori in cui credere. Sta a noi con i capelli grigi e le rughe sul viso dare ai giovani questa guida, questi ideali resi reali dal passaggio al setaccio degli anni e dell'esperienza. Bastava guardare quel sessantanovenne sessantottino sul palco e guardare quei giovani per capire quale deve essere il nostro compito e a chi e come passare il testimone.

Stefano Briganti, s.briganti54@gmail.com

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