venerdì 23 marzo 2012

Black Tarantella

Due strofe in dialetto modenese, e una terza sempre in dialetto ripetuta in fondo al brano, sulla storia di un muratore campano che “sale” al Nord lasciando famiglia e cuore nel profondo sud. Capita così che Francesco Guccini appaia come ospite speciale nel nuovo disco di Enzo Avitabile, Black Tarantella, e offra una prestazione grintosa nel pezzo Gerardo Nuvola ‘e povere (Gerardo Nuvola di Polvere), terza traccia del disco in cui con Avitabile duettano anche Bob Geldof, David Crosby e Franco Battiato.

In attesa del nuovo album che a detta dei suoi più stretti collaboratori è già in lavorazione, e di svelare il misterioso arcano che lo avvolge, ovvero se i live del “maestrone” continueranno in futuro dopo l’ultimo sofferto concerto dell’Unipol Arena del dicembre scorso a Bologna, ecco la performance che non t’aspetti, ma che flirta dialetticamente con la passione per il blues e per le radici popolari che il Guccio continua a mantenere vivi con la sua terra.

“A ‘n n’è mica facil laser la ca per cater che so da lavurer (non è mica facile lasciare la casa per trovare quassù da lavorare)”, canta Guccini, “laser paes, i fioo, la muiera, laser il dialatt, laser la vida (lasciare il paese, i figli, la moglie, lasciare il dialetto, lasciare la vita)”. Questi i versi iniziali della parte cantata dall’autore modenese, descrizione fitta fitta di particolari su Gerardo il muratore “terrone” che arriva a Modena ed è subito “estraneo”, politicamente impegnato, anarchico come fosse uscito da La locomotiva, in un tempo non tanto lontano che sembra gli anni settanta.

“Mè a i era sol al so frutarol, ma a i era amigh cun cal terun (Io ero solo il suo fruttivendolo, ma ero amico con quel terrone), perché a ‘n n’era mia ‘na ligera, ma ‘na persouna cun un gran cor (perché non era un poco di buono, ma una persona con un gran cuore)”, proseguono i versi di questo duetto Nord e Sud, Guccini e Avitabile, ritmato a suon di corde pizzicate.

“Sono stato a Pavana è ho fatto ascoltare a Francesco, Gerardo Nuvola ‘e povere”, spiega Avitabile, “E’ la storia quasi vera di un uomo emigrato a Modena, nostalgico di una sinistra che gli garantiva sogni e diritti, morto sul lavoro. Francesco era affascinato dal mio dialetto e mi ha regalato il suono appenninico del suo”.

Dopo la stesura di un vocabolario di pavanese, la traduzione della Casina di Plauto sempre in pavanese nel 1992 e un blues in modenese negli anni settanta, Guccini torna al dialetto come forma linguistica musicale per porre una nuova tappa nel suo palmares d’artista: il duetto con un collega, un po’ come i grandi musicisti pop americani amano fare nei momenti celebrativi.
da Il Fatto Quotidiano

25 marzo 2012 Guccini a Che tempo che fa



Forse per tacitare con apotropaica sovraesposizione mediatica le voci bolognesi che lo davano improvvisamente scomparso come l'amico Lucio, Francesco torna da Fabio Fazio.
Intanto riceve tranquillamente i fan nella primaverile Pàvana e svillaneggia la superstizione accarezzando l'amata gatta nera.

Primo Maggio 1992


mercoledì 14 marzo 2012

Guccini sabato 17 marzo in Valpolicella

VALPOLICELLA - Fa il tutto esaurito Francesco Guccini nella sua visita in Valpolicella, sabato 17 marzo, insieme a Loriano Macchiavelli. Alle 20.45, al teatro Don Mazza di San Pietro, il cantautore emiliano presenta il libro «Malastagione» (Mondadori, 2011), opera a quattro mani con l'amico scrittore. L'incontro culturale, i cui posti erano a prenotazione obbligatoria e sono andati a ruba in pochissimi giorni, è moderato dal giornalista Beppe Muraro e promosso da una cordata di associazioni e gruppi locali: Consorzio Pro loco Valpolicella, premio biennale «Emilio Salgari» di letteratura avventurosa, associazione e rivista «Ilcorsaronero», Valpolicella Terra di Salgari, Valpolicella d'autore e Banca della Valpolicella in collaborazione con Strada del vino Valpolicella, Vivi la Valpolicella, associazione Botta e Risposta e Club accanite lettrici, Utl di Negrar, Pro loco Negrar, Circolo Noi di Bure e di San Pietro in Cariano. A unire tutte queste realtà è il desiderio di dare fiato e vita ad appuntamenti di rilievo, con ospiti di caratura nazionale e internazionale, in un periodo in cui i Comuni hanno poche risorse da destinare alla parte culturale e si respira sempre più voglia tra i cittadini di coesione e collaborazione. «Vogliamo che la Valpolicella sia conosciuta non solo per il vino, ma anche per le iniziative culturali in genere, da abbinare al territorio che produce Amarone e Recioto», afferma il presidente del Consorzio Pro loco, Giorgio Zamboni. In quest'ottica, l'incontro con Guccini e Macchiavelli è una perla preziosa. L'abbinamento cultura-territorio è alla base, inoltre, del Premio Salgari e delle celebrazioni del centenario della morte dello scrittore veronese, seguite in prima linea dal Consorzio. Aggiunge il presidente di Banca Valpolicella: «Ritengo che la crescita di una comunità sia strettamente collegata al benessere culturale che riesce a sviluppare». Sabato sera i due ospiti riceveranno sia il premio Ilcorsaronero, già consegnato tra gli altri a Bjorn Larsson, Paco Ignacio Taibo II, Davide Van de Sfroos ed Ernesto Ferrero, sia una fornitura di Amarone offerto da alcune cantine locali. Un modo indimenticabile per accogliere chi, da buon emiliano, non ha mai nascosto di apprezzare un bicchiere di vino.

di Camilla Madinelli - L'Arena di Verona

mercoledì 7 marzo 2012

Guccini ospite di Mollica, sabato 10 marzo


Sabato 10 marzo su Rai 1 Guccini intervistato da Vincenzo Mollica alle 13:30, segue
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venerdì 2 marzo 2012

Dalla: il ricordo di Guccini

"La notizia della sua morte mi ha sconvolto. E' una perdita gravissima per la musica italiana ma soprattutto perché con lui perdo un amico, un uomo generoso e ironico". Francesco Guccini parla così della scomparsa, oggi, di Lucio Dalla e ricorda il loro primo incontro e i progetti insieme.
"L'ho incontrato per la prima volta quando suonava il clarinetto con gruppi dai nomi come Reno Jazz Band (Casalecchio, ovviamente!), Panigal Jazz Band eccetera. Era la fine degli anni '50. Insieme - racconta all'ANSA - progettammo una radio, negli anni '70, la 'Marconi and company', ma quando la polizia chiuse Radio Alice fummo costretti a lasciar cadere il progetto".
"Una sera - continua Guccini - andammo in macchina a Vergaio, dove abitava Benigni, che allora era agli inizi della sua carriera e faceva 'Cioni Mario', per registrare le sue gag: con i genitori di Benigni tutti intimiditi che ci offrivano il caffé guardandoci come degli alieni materializzati in salotto".