lunedì 29 maggio 2017

Dopo "soli" 77 anni Guccini diventa pavanese!

SAMBUCA: «Son di queste parti da 77 anni, in questa casa qua (indica il Mulino di Chicon, ndr). Pensavo già di averla, grosso modo, la cittadinanza. Ma così... onoraria...». L’ha ricevuta eri pomeriggio, Francesco Guccini, dalle mani del sindaco Fabio Micheletti. Ed era davvero a casa sua, nella sua Pavana, dove ora abita, accompagnato dal «suono continuo e ossessivo che fa il Limentra», nel giardino del Mulino di Chicon, oggi di proprietà del cugino Silvano Bonaiuti, ma costruito intorno al 1870 da quell’omonimo bisnonno del cantautore modenese, accolto da tanti amici, anche dell’infanzia, che con lui han voluto condividere un momento di gioia. E i ricordi di tempi andati, di emozioni e giochi giovanili, hanno “impregnato” le ore del tardo pomeriggio. In fin dei conti non poteva che essere così. In quel Mulino, il Maestrone ha passato cinque anni della sua infanzia, e poi ci tornava le estati e durante molte feste comandate ed il cerchio si è chiuso registrandoci l’ultimo album. Luoghi e persone che Francesco conosce bene, troppo bene perché tutti i presenti non si commuovessero. «E devo dire – ha proseguito Guccini – che di cittadinanze onorarie ne ho avute altre quattro o cinque, adesso non ricordo bene». Manda a memoria San Remo, Bra, Bologna, Porretta. Poi precisa «si sono dimenticati, giustamente, Modena, perché ci son nato. Ma non è che mi sia mai piaciuta come città e questa di Sambuca mi ha fatto piacere». Al tavolo assieme al cantautore, il sindaco Micheletti che ha detto «se la democrazia è una convivenza fondata sul dialogo Francesco Guccini ne è un eccellente interprete. Ha trasmesso a questa comunità di semplici montanari con la sua costante presenza in Sambuca proprio l’amore per la cultura, rendendoci consapevoli della nostra identità». Poi gli interventi del fan Igor Taruffi, di Porretta e consigliere regionale dell’Emilia Romagna, quello di Stefania Bettinelli che su Guccini ha basato la sua tesi di laurea e le parole e i ricordi dell’amico Franco Casari, che ha paragonato Francesco ai grandi che hanno reso famosa Sambuca come ad esempio Michele Barbi. E il Maestrone ha preso la palla al balzo per dare sfogo alla sua ironia. «Sono il primo pavanese ad avere l’onore di prendere la cittadinanza sambucana. Io però son conosciuto in Italia, ma mi fermo lì. C’è un pavanese che sta riempiendo del suo nome e del nome di Pavana, l’Europa intera. Quindi io se fossi di Sambuca la cittadinanza la darei a Savigni perché sta esportando maiali in tutta Europa, è molto più meritorio di me. Qualcuno un giorno mi ha detto: chiameranno come Sasso Marconi Pavana-Guccini. No dico! chiameranno Pavana-Savigni». A volere questa manifestazione anche il vice sindaco Daniela Niccolai, Diego Filippini e Sara Lodovisi.

martedì 9 maggio 2017

Un caso per il maresciallo Santovito

SAMBUCA PISTOIESE. Hanno forzato prima la serratura del cancello della recinzione, poi, salite le scale, quella della porta della cabina di trasformazione dell’Enel. E una volta all’interno, hanno versato della benzina sui cavi elettrici che alimentano i ripetitori di segnale collocati in cima all’alta torre che si staglia sulla vetta del Monte La Croce, sull’Acquerino, nel comune di Sambuca pistoiese. Appicando poi il fuoco e isolando per ore su gran parte della Montagna pistoiese i cellulari serviti da tutte le compagnie di telefonia mobile e anche le radio dei carabinieri. L’attentato incendiario è avvenuto poco prima delle 4,30 di lunedì mattina, 24 aprile, in base alle registrazioni dell’orario in cui all’Enel è scattato l’allarme relativo al guasto. Rilevanti i danni causati ai cavi di alimentazione e ai trasformatori che convertono la corrente ad alta tensione che arriva alla cabina. Sul posto sono intervenuti prima i tecnici dell’azienda eletrica e poi, una volta scoperto il motivo per cui si era verificato il black-out, i carabinieri della Stazione di Sambuca (seguiti poi dai colleghi di Firenze, competenti per quanto riguarda la manutenzione del ponte radio dell’Arma) e i tecnici della Telecom, proprietaria della torre (alta circa 90 metri) su cui sono collocati i ripetitori telefonici.